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Fernando Alonso.

Fernando Alonso Díaz (Oviedo, 29 luglio 1981) è un pilota automobilistico spagnolo di Formula 1, vincitore dei Campionati Mondiali 2005 e 2006 con la scuderia Renault e attualmente prima guida della Ferrari.

Soprannominato Magic Alonso e El Nano, oltre a essere il pilota spagnolo di maggior successo, ha detenuto il record di più giovane vincitore di un Campionato mondiale di Formula 1, conseguito al termine della stagione 2005, e quello di più giovane bi-campione del mondo di categoria. Con la stagione 2007 è diventato il secondo pilota dopo Michael Schumacher a ottenere un punteggio maggiore di 100 punti nel Campionato mondiale per tre stagioni consecutive. Lo spagnolo, inoltre, è ambasciatore UNICEF, nonché un dirigente della Grand Prix Drivers' Association.

È considerato da gran parte della stampa, dalla maggior parte dei tifosi e dagli esperti come uno dei più grandi talenti attuali nelle corse automobilistiche.

Carriera

Gli inizi

Con il sostegno dal padre, partecipò da bambino a competizioni di kart in Spagna. La prima vittoria per Alonso giunse a 7 anni nel 1988, il primo degli otto successi che gli permise di aggiudicarsi il titolo della sua categoria. Sebbene le risorse familiari non fossero sufficienti ad assicurare al giovane una carriera nel settore motoristico, a tal punto che fu proprio il padre a svolgere le funzioni del meccanico, José Luis era consapevole che solo con prestazioni in pista eccellenti del figlio sarebbero potuti arrivare alcuni sponsor. Passato nel 1990 alla categoria juniores, l'anno seguente sul tracciato di Los Santos de la Humosa conseguì il secondo posto finale nel campionato spagnolo di categoria. Durante il 1992 passò alla categoria riservata alle 100 cm³, nonostante ciò non fosse ancora possibile per ragioni di età; per questo venne richiesta una speciale deroga per la partecipazione alle corse.

La svolta arrivò quando, non ancora dodicenne, venne notato nel Campionato catalano da Genis Marcó, propriatario della Genikart e importatore di telai e motori. Fu con lui che nel 1993 riuscì ad imporsi a livello nazionale. Da questo momento il poi le vittorie per il giovane Alonso si susseguirono: 3º ai Mondiali di Braga 1995, 1º a quelli di Gand 1996, diversi titoli Nazionali e vittorie anche in Italia e Francia.

Adrián Campos, ex pilota Minardi, diede ad Alonso la possibilità di guidare per la prima volta un'automobile da corsa nell'ottobre del 1998. Dopo tre giorni di test nel circuito di Albacete riuscì a eguagliare il tempo sul giro del precedente pilota, Marc Gené. In seguito Campos lo portò a gareggiare nella World Series by Nissan ; nella seconda gara, sempre ad Albacete, Alonso vinse per la prima volta. A fine campionato risultò il miglior pilota e batté per un punto il rivale del torneo Manuel Giao, vincendo e ottenendo il giro più veloce durante l'ultima gara della stagione. Al termine della competizione, l'appena diciottenne Alonso fu nuovamente impiegato dalla scuderia di Faenza come collaudatore; le prove lo videro girare 1 secondo e 5 centesimi più veloce di ogni altro tester .

Approdò nella stagione seguente, con il Team Astromega, nella Formula 3000, serie propedeutica alla Formula 1. Nelle prime sette gare non riuscì a portare al proprio team neanche un punto, mentre nelle ultime due corse conquistò un secondo posto e una vittoria, sufficienti per classificarsi quarto al termine del torneo alle spalle di Bruno Junqueira, Nicolas Minassian e Mark Webber.

2001: in Formula 1 con la Minardi

Alonso fu il terzo pilota più giovane di sempre a partecipare a un Gran Premio di Formula 1 quando esordì al Gran Premio d'Australia 2001 con la Minardi. Il team fu nella prima parte della stagione sotto il controllo del nuovo proprietario Paul Stoddart, e la vettura affidata ad Alonso, la PS01, non si mostrò né rapida né tantomeno affidabile. Nondimeno le sue prestazioni furono buone tanto che, nella gara d'esordio, Alonso riuscì a far segnare il 19º tempo in qualifica, precedendo piloti alla guida di vetture più competitive. Alla quarta gara di Imola riuscì a stare davanti a entrambe le Benetton, particolarità che si sarebbe ripetuta più tardi nel campionato. Nella corsa finale a Suzuka chiuse 11º e il direttore del team Stoddart, quattro anni dopo, descrisse la sua prova come «53 giri da qualifica». A far notizia non fu tanto la posizione conquistata, quanto il numero di avversari di maggior esperienza messi alle spalle: Heinz-Harald Frentzen della Prost, la BAR-Honda di Olivier Panis, le due Arrows e Alex Yoong, nuovo compagno di squadra. Chiuse la stagione a 0 punti.

I discreti risultati lo fecero conoscere a tutto il mondo e attirarono l'attenzione di molte scuderie di punta di Formula 1. Nel mese di settembre dello stesso anno la stampa europea sostenne che la Sauber volesse cercare di rimpiazzare Kimi Räikkönen con lo spagnolo ancorché, sia Felipe Massa, sia il collaudatore della Jaguar André Lotterer parevano essere in vantaggio rispetto allo stesso Alonso. Un mese più tardi Massa fu scelto dalla scuderia svizzera per il 2002.

Alla fine fu decisivo Flavio Briatore, il quale, convinto nelle potenzialità di Alonso, lo portò in qualità di team manager alla Renault. Briatore, in un primo momento, pensò di collocare Alonso al posto di Jenson Button, salvo poi scegliere di ingaggiare Fernando unicamente come collaudatore per il 2002.

2002-2006: gli anni dei successi con la Renault

Alonso di conseguenza divenne collaudatore per la Renault, la quale aveva rilevato la Benetton, e nel 2002 completò 1642 giri di prove. Come previsto venne premiato la stagione seguente da Briatore, il quale lo pose, sostituendo Button, al fianco di Jarno Trulli. Fernando alonso vittoria

Al Gran Premio della Malesia 2003 conquistò la prima pole position. Fu così che diventò il più giovane pilota a partire in prima fila in Formula 1. Il 2003 fu anche l'anno del primo grave incidente; durante il GP del Brasile, arrivato troppo velocemente nel luogo dell'incidente di Mark Webber, colpì una ruota di quest'ultimo e si schiantò a 290 km/h contro le barriere di protezione. Alonso venne trasportato in ospedale per accertamenti e la gara sospesa dai giudici. Ciononostante, il fuori pista non gli impedì di andare sul podio in quanto, per la classifica finale, vennero prese in considerazione le posizioni risalenti al giro precedente, con il pilota della Renault terzo.

Alla quinta gara chiuse secondo davanti al pubblico di casa, mentre durante il GP d'Europa 2003, accusato da David Coulthard e dall'amministratore delegato della McLaren di aver rallentato improvvisamente durante la gara proprio il pilota britannico, causando così un incidente tra i due, venne scagionato dai commissari FIA dopo un colloquio con i piloti e dopo un controllo accurato della telemetria. Divenne in seguito alla vittoria all'Hungaroring il più giovane pilota in Formula 1 ad aver vinto una corsa. Chiuse l'anno al sesto posto in classifica generale, con 55 punti e quattro podi.

Per la stagione 2004, decise di rimanere alla Renault e durante l'anno salì sul podio per quattro volte, senza tuttavia vincere un Gran Premio. A Indianapolis fu nuovamente protagonista di un incidente ad alta velocità mentre stava battagliando per la terza posizione. Da menzionare il secondo posto dietro a Michael Schumacher in Francia, dove il tedesco lottò fino alla fine per riuscire a strappare il successo; nelle qualifiche Alonso aveva ottenuto la sua prima e unica pole position della stagione.

Intanto verso la fine dell'anno peggiorarono sia i rapporti tra il compagno Trulli e Flavio Briatore sia le prestazioni della Renault. Il pilota abruzzese si accordò infatti con la Toyota per la nuova stagione. Alonso finì il torneo in quarta posizione generale, a 59 punti. Trulli fu sostituito nel 2005 con l'italiano Giancarlo Fisichella. La Renault partì tra le favorite, ma i risultati furono subito superiori a ogni più rosea aspettativa: la vettura infatti fu sin dalle prime gare veloce e ben equilibrata, mentre, a causa delle modifiche regolamentari, i principali avversari dell'anno precedente (Ferrari, McLaren, BAR) si trovarono in ritardo o mancarono di affidabilità, specie la Rossa.All'esordio in Australia giunse terzo per via di una posizione poco felice sulla griglia di partenza, giacché uno scroscio di pioggia aveva rallentato il suo giro cronometrato, facendolo partire 13º in una gara vinta proprio dal nuovo compagno di squadra Fisichella, ma nelle successive tre gare (Malesia, Bahrain, San Marino) una sequenza di vittorie ottenute dalla pole position lo issò in testa alla classifica mondiale, posizione che non avrebbe più ceduto fino alla fine del Campionato.

Il resto dell'annata fu poi caratterizzato dal tentativo di Kimi Räikkönen di recuperare lo svantaggio grazie a una McLaren che via via si dimostrò la vettura più competitiva, afflitta però spesso da problemi di affidabilità che ne danneggiarono la rincorsa. Alonso contò invece sulla solidità della Renault per conquistare preziosi piazzamenti nella maggior parte delle gare e ulteriori vittorie al Nürburgring e Hockenheim, sfruttando i problemi di Räikkönen, e in Francia, partendo indisturbato dalla pole come a inizio anno.

Dato il considerevole vantaggio, nelle ultime gare della stagione parve evidente come Räikkönen dovesse vincere tutte le corse in programma, mentre Alonso avrebbe potuto accontentarsi di perdere pochi punti sul pilota finnico, o addirittura guadagnarne come a Monza, dove vinse l'altra McLaren di Juan Pablo Montoya a fronte di ennesimi problemi tecnici per il finlandese. Questa tattica attendista generò non poche critiche al giovane pilota, ma lo portò a vincere matematicamente il titolo il 25 settembre in Brasile con l'ennesimo podio: ottenne in questo modo il primato di campione del mondo più giovane con i suoi 24 anni, 1 mese e 28 giorni superando il precedente record di Emerson Fittipaldi. Sarebbe stato scavalcato nella speciale classifica da Lewis Hamilton tre anni più tardi. La stagione fu suggellata dalla pole e vittoria indisturbata al Gran Premio di Cina che regalò anche il primo Campionato costruttori alla Renault. Le sue vittorie incollarono alla televisione (sull'italo-iberica Telecinco e sulla catalana TV3) milioni di spagnoli, con punte di otto milioni di spettatori e 55% di share. Più tardi dichiarò che quella del Brasile fu la sua gara più bella, perché sofferta e fino alla fine con il timore di non arrivare al traguardo. Sempre nel 2005 fu insignito del Premio Principe delle Asturie per meriti sportivi.

Difese il titolo nella stagione 2006 ancora al volante della Renault. Se l'anno prima era stata la McLaren con Räikkönen la sfidante principale dello spagnolo, sin dalle prove della prima gara (in Bahrain), si evidenziò il ritorno su alti livelli della Ferrari dopo le difficoltà della stagione precedente; sarebbe stato proprio il pluricampione del Cavallino Schumacher a contendergli il titolo. Il primo round andò comunque ad Alonso, abile a passare il tedesco al pit stop, controllandolo poi nell'ultima fase di gara.

Approfittando di alcuni problemi tecnici palesati a inizio Campionato dalla Ferrari, il campione spagnolo portò a casa un secondo posto al successivo Gran Premio della Malesia e un altro successo in Australia. Dopo tre gare si trovò saldamente in testa al Mondiale con 28 punti, mentre il ferrarista rimase attardato, al quarto posto con sole 11 lunghezze. Questo vantaggio iniziale si sarebbe rivelato fondamentale per le future sorti della competizione. Al ritorno in Europa la Ferrari mostrò notevoli progressi, sia sul piano dell'affidabilità, che delle prestazioni; così il tedesco centrò due vittorie consecutive, a Imola e al Nürburgring, che gli consentirono di rilanciarsi per la lotta al titolo. Alonso si riprese e infilò a sua volta quattro successi (Spagna, Monaco, Gran Bretagna e Canada) che sembrarono proiettarlo definitivamente verso la conquista del suo secondo Mondiale: a metà stagione, fu leader del Campionato con 25 punti di vantaggio su Schumacher.

La seconda parte della competizione, tuttavia, segnò una netta ripresa del team di Maranello, con il tedesco vincitore dei tre successivi Gran Premi corsi in USA, Francia e Germania. In questa fase della stagione la scuderia modenese parve più competitiva della Renault, anche per merito del grande recupero delle gomme Bridgestone sulle Michelin. La squadra francese venne poi ulteriormente penalizzata, da un punto di vista tecnico, dall'improvvisa decisione della FIA di vietare il mass damper, sistema intorno al quale era stata progettata la monoposto[. Furono molteplici le polemiche, con Briatore che accusò la federazione di voler favorire il recupero della Ferrari. Ad alimentare ulteriormente la controversia, arrivò la decisione dei commissari in Ungheria che penalizzarono sulla griglia Alonso, reo di aver stretto il collaudatore della Red Bull Robert Doornbos contro il muretto dei box nel corso delle prove del venerdì, per poi punire analogamente Schumacher, colpevole di aver effettuato un doppio sorpasso in regime di bandiere rosse nelle libere del sabato; si ritrovarono quindi con il proprio miglior tempo in qualifica incrementato di due secondi e di conseguenza retrocessi nelle posizioni di centro gruppo.

Protagonista in qualifica di un rallentamento ai danni di Felipe Massa che venne sanzionato con un arretramento di cinque posizioni sulla griglia di partenza, fu costretto a tentare un'ardua risalita e perse ben dieci punti a Monza, dove dovette ritirarsi per la rottura del motore. Lo stesso giorno dichiarò: «Amo la passione dei tifosi che vengono qui anche dalla Spagna, amo lo sport, ma non considero più la Formula 1 come tale». Fecero discutere le affermazioni a campionato terminato del team manager Briatore, il quale paragonò l'atteggiamento dei commissari nei confronti di Alonso allo scandalo del calcio italiano 2006, definendo però la rottura del motore in Giappone di Michael Schumacher come una sorta di «giustizia divina».

Quando mancarono solo tre gare alla fine del Campionato, i due contendenti furono separati da sole due lunghezze a favore di Fernando Alonso. Al GP di Cina Schumacher centrò la vittoria proprio davanti al rivale, che venne così superato in testa alla classifica piloti pur avendo gli stessi punti. La svolta definitiva del Mondiale avvenne al 36º giro del Gran Premio del Giappone: il tedesco della Ferrari era agevolmente in testa quando ruppe il motore, spianando la strada alla settima vittoria dell'anno di Alonso che gli permise di porre una seria ipoteca sulla classifica generale.

I duellanti si presentarono quindi all'ultima gara in Brasile distanziati di ben dieci punti: allo spagnolo sarebbe bastato controllare, mentre Schumacher, giunto all'ultima gara della carriera, non avrebbe avuto altra possibilità che vincere, sperando che la Renault manifestasse problemi. Ma fu il ferrarista che, dapprima, venne costretto a non partecipare all'ultima fase delle qualifiche causa la rottura della pompa della benzina, poi rimase attardato in gara per una foratura. A nulla sarebbe valso il suo recupero fino al quarto posto finale a suon di sorpassi e giri veloci, con Alonso che controllò tranquillamente e tagliò il traguardo in seconda piazza, alle spalle dell'altro ferrarista Felipe Massa, riconfermandosi così campione del mondo insieme alla sua Renault, vincitrice per il secondo anno consecutivo del Campionato Costruttori.

2007: il passaggio alla McLaren

Ancor prima che cominciasse la stagione 2006, il 19 dicembre 2005, Alonso annunciò la firma con la McLaren per il 2007. Cominciò la sua avventura ufficiale con la casa britannica il 15 gennaio a Valencia. mclaren alonso

L'esperienza con la casa anglo-tedesca partì nel migliore dei modi, giungendo secondo nel Gran Premio d'Australia alle spalle del neo-ferrarista Kimi Räikkönen e imponendosi nel secondo appuntamento in Malesia. La seconda vittoria arrivò sul circuito del Principato, ancora una volta accompagnata da una doppietta, la terza nel Gran Premio d'Europa, dopo una gara caratterizzata dall'alternarsi del sole e della pioggia, mentre la quarta in Italia, a Monza.

Dopo la sentenza sulla Spy Story del 13 settembre, alla McLaren vennero tolti tutti i punti della classifica costruttori, mentre ai suoi piloti Hamilton e Alonso venne riconosciuto il merito di aver fornito le prove della colpevolezza del team, contenute in una serie di e-mail e contatti scambiati con il collaudatore Pedro de la Rosa, a sua volta informato dal capo progettista McLaren, Mike Coughlan, in cui puntualmente venivano citate informazioni confidenziali sui segreti della Ferrari: in questo modo i due poterono evitare ogni tipo di penalizzazione. Dall'e-mail emerse che Alonso fu sorpreso dai dati ricevuti e che dubitò dell'autenticità degli stessi; lo spagnolo era a conoscenza della strategia della Rossa durante il GP d'Australia e durante il GP del Bahrein, in cui si piazzò rispettivamente 2º e 5º. Il boss della McLaren Ron Dennis, interrogato dalla FIA dopo il Gran Premio d'Ungheria, dichiarò che Alonso lo aveva precedentemente minacciato di rivelare queste azioni se non fosse stato posto come prima guida della scuderia. Alonso non accettò la versione di Dennis e chiese alla FIA di mostrare le prove della sua innocenza. La Federazione affermò infine di essere venuta a conoscenza di tali fatti grazie a un errore di Coughlan.

Concluse la stagione al 3º posto, a pari punti con il suo compagno di scuderia Lewis Hamilton e a un solo punto di scarto dal vincitore del Campionato Kimi Räikkönen (il più esiguo margine di punti tra 1º, 2º e 3º classificato al termine di una stagione di Formula 1).

La stagione fu segnata dalla forte rivalità tra Alonso, il direttore sportivo della scuderia di Woking, Ron Dennis e il suo compagno di squadra Hamilton che, sebbene debuttante al fianco del due volte campione del mondo, si rivelò subito competitivo. Il rapporto con il team degenerò Gran Premio dopo Gran Premio, con la spaccatura definitiva durante le prove della gara in Ungheria; lo spagnolo effettuò un pit stop più lungo del necessario e non permise ad Hamilton, in attesa dietro di lui, di effettuare a sua volta il cambio gomme e completare un nuovo giro che gli avrebbe potuto regalare la pole position. Alonso venne declassato cinque posizioni alla partenza e la McLaren venne estromessa dal punteggio per la classifica costruttori in quella corsa.

Il 2 novembre 2007 venne ufficializzato il suo divorzio dalla McLaren Mercedes. Il giorno stesso il pilota spagnolo dichiarò: «Non mi sono mai sentito a mio agio in questa scuderia». Il 10 dicembre divenne ufficiale il suo ritorno alla Renault guidata da Flavio Briatore.

2008-2009: il ritorno alla Renault

Nel 2008 fece ritorno alla Renault, che per riaverlo come prima guida dovette battere la concorrenza di Red Bull, Toyota e Honda. Venne affiancato dal giovane Nelson Piquet Jr., esordiente nella categoria. La stagione apparve immediatamente in salita a causa delle scarse prestazioni che la monoposto R28 collezionò nei test e nelle prime prove.

La stagione del due volte campione del mondo, fino a quel punto deludente, ebbe una svolta a Singapore, durante il primo Gran Premio a corrersi in notturna (su pista illuminata artificialmente) e sul tracciato cittadino della città-stato asiatica: conseguì la prima vittoria dopo il ritorno alla Renault. Sebbene nei due turni di prove libere fosse stato il più veloce di tutti, un problema nel pescaggio della benzina della vettura durante le qualifiche lo costrinse a prendere il via dalla 15a posizione. In gara partì molto scarico di carburante e dopo un brillante scatto balzò subito al 12º posto. Fu tra i primi a rientrare ai box per rifornire e al suo ritorno in pista, grazie all'ingresso della safety car per incidente del suo compagno di scuderia Nelson Piquet Jr., si ritrovò nelle prime posizioni. In regime di safety car uscirono dai giochi i piloti che avrebbero potuto contendersi la vittoria. Alonso vinse così la corsa davanti a Nico Rosberg e Lewis Hamilton.Nel Gran Premio del Giappone corso sul tracciato del Fuji si qualificò al quarto posto e, dopo una gara movimentata ma condotta quasi sempre in testa, portò a casa il suo secondo Gran Premio stagionale precedendo Robert Kubica e Kimi Räikkönen.

A Interlagos non fu in grado di esprimersi al meglio durante le prove ufficiali e si presentò alla corsa domenicale in sesta piazza. Si riscattò in gara, dove, mantenendo un ottimo passo, riuscì a stabilirsi dietro il leader della corsa Massa. Terminò il Gran Premio secondo, risultato che gli consentì di ottenere la quinta posizione in classifica generale per un punto davanti a Nick Heidfeld. Con l'ottima prestazione del Gran Premio del Brasile, che diede un seguito alle vittorie e alle buone prove delle corse immediatamente precedenti, mise fine a una della stagioni più difficili della sua carriera.

A campionato terminato confermò il prolungamento del suo contratto fino al 2010: avrebbe corso ancora per due anni con la Renault, scelta maturata dopo i notevoli miglioramenti tecnici che la casa francese palesò soprattutto negli ultimi impegni.

Anche nel 2009 corse per la Renault, che confermò anche il giovane compagno di squadra Nelson Piquet Jr. come seconda guida. Sebbene la nuova vettura della casa francese, la R29, avesse mostrato una buona competitività nelle prove invernali grazie anche all'introduzione del kers, le prime gare della stagione si dimostrarono piuttosto difficili per Alonso, trovatosi a lottare con i nuovi diffusori introdotti da Brawn GP, Toyota e Williams, le cui vetture furono nettamente più veloci.

A quasi due anni di distanza (Monza 2007), ottenne all'Hungaroring una pole position; la posizione favorevole sulla griglia di partenza sarebbe poi stata vanificata in gara da un errore tecnico dei meccanici al pit stop.

La vigilia del Gran Premio di Singapore venne fortemente condizionata dallo scandalo relativo alla stessa gara dell'anno precedente in terra asiatica. L'ormai ex compagno di squadra Piquet – sostituito dopo il Gran Premio d'Ungheria da Romain Grosjean – rivelò i retroscena di quell'incidente.

« Flavio Briatore e Pat Symonds mi hanno detto di andare a sbattere per influenzare positivamente le prestazioni della squadra. Io ho accettato e ho innescato l'incidente. Pat mi disse a che giro farlo per adottare una strategia aggressiva per Alonso. Flavio a fine gara mi ringraziò discretamente »

(Nélson Angelo Piquet)

Briatore e Symonds, rispettivamente radiato[97] e squalificato cinque anni dalla sentenza di primo grado del Consiglio FIA, decisero quindi di lasciare il team[98]. Ciononostante, la R29 apparve competitiva per tutto il weekend di Singapore, e Alonso concretizzò la già positiva quinta piazza sullo schieramento di partenza con un terzo posto finale, primo e unico podio della stagione.

2010-2012: l'approdo in Ferrari

Le insistenti voci di corridoio che lo volevano in Ferrari a partire dal 2010 trovarono conferma il 30 settembre 2009, quando la scuderia di Maranello pubblicò sul proprio sito un comunicato ufficiale: Alonso avrebbe corso con la Rossa per le successive tre stagioni al fianco di Felipe Massa e Giancarlo Fisichella, selezionato per il ruolo di terzo pilota. Nella prima prova stagionale in Bahrain centrò la prima vittoria, una prestazione impreziosita dal giro veloce della gara e dal secondo posto dell'altro ferrarista Massa. Le aspettative dopo il Gran Premio d'esordio, tuttavia, non trovarono conferma nelle gare successive. alonso ferrariA Melbourne e in Cina fu protagonista di rocambolesche rimonte che lo portarono in entrambi i casi alla 4ª posizione finale. A seguito del 14º posto a Silverstone, con le Red Bull sempre velocissime e le due Mclaren molto competitive, lo spagnolo fu costretto a guardare la classifica generale dalla 5ª posizione, dietro ai quattro piloti delle due scuderie avversarie e con 47 punti di ritardo dal leader Lewis Hamilton.

Il 25 luglio, in Germania, la sua seconda vittoria con il Cavallino venne parzialmente messa in secondo piano da un ordine di scuderia poco chiaro. L'ingegnere Rob Smedley comunicò a Massa, al comando della corsa: «Fernando è più veloce di te. Puoi confermarmi di aver recepito il messaggio?» (in inglese Fernando is faster than you. Can you confirm you understood that message?). Il successivo sorpasso operato da Alonso ai danni del pilota brasiliano parve, pertanto, diretta conseguenza di tale messaggio. I due piloti furono convocati dai commissari assieme ad alcuni responsabili della Ferrari, e il caso si estese al Consiglio Automobilistico Mondiale della FIA, che non inflisse penalità nella classifica della gara ma che punì la scuderia con 100 000 dollari di ammenda.

Dopo una serie di brillanti prove, tra cui si segnalano i successi in Italia e Singapore, il ferrarista dovette constatare il ritorno delle due Red Bull in Giappone, dove solo grazie all'uscita di pista di Kubica riuscì a classificarsi terzo, alle spalle di Sebastian Vettel e Mark Webber; con due gare ancora da disputarsi, Alonso venne raggiunto in seconda posizione proprio dal trionfatore di Suzuka e staccato da Webber di 15 lunghezze.

Il primo Gran Premio di Corea della storia, due settimane più tardi, sembrò rappresentare una svolta decisiva in ottica Mondiale. Grazie infatti al successo, accompagnato dalla rottura del motore di Vettel e dall'errore sul bagnato di Webber, lo spagnolo sopravanzò l'australiano in classifica generale con 231 punti, forte di un margine di 11. Ma nell'ultima corsa ad Abu Dhabi Alonso perse il titolo in favore del pilota tedesco. Fatale fu un errore di valutazione sui tempi della sosta; la Red Bull fece fermare Webber già al 16º giro, inducendo pertanto gli strateghi della Ferrari a emulare tale scelta. Sia l'australiano che lo spagnolo, tuttavia, non furono in grado di risalire le posizioni necessarie, dando a Vettel, in testa, la possibilità di vincere il Mondiale.

L'annata 2011 venne fortemente condizionata dai notevoli risultati ottenuti in avvio di Campionato del campione del mondo in carica Vettel, pilota di una Red Bull mai tanto competitiva. L'8 maggio Alonso, al quarto appuntamento di Turchia, conquistò il primo podio, dove giunse 3º a quasi dieci secondi da Vettel; dopo questo Gran Premio l'asturiano si trovava in classifica generale distante 52 punti dal pilota tedesco, forte di tre vittorie e un secondo posto. Un margine, questo, che andò via via aumentando, a dispetto dei progressi della Ferrari mostrati in Gran Bretagna, dove lo spagnolo si impose davanti alle due Red Bull, e nei secondi posti di Valencia e del Nürburgring.

Dopo la vittoria a Silverstone andò a podio in altre cinque gare, conquistando tre terzi posti in Ungheria, Italia e in India e due secondi posti in Giappone e ad Abu Dhabi, ma questi risultati non servirono allo spagnolo per ridurre il distacco da Vettel, che conquistò il secondo mondiale consecutivo, terminando la stagione al 4º posto con 257 punti. Malgrado il forte ritardo accumulato rispetto a Vettel, campione con oltre 120 punti di distacco sul secondo classificato Button, il pilota spagnolo ricevette elogi da compagni di scuderia e giornalisti per aver saputo rendere competitiva una Ferrari in evidente difficoltà tecnica.

La terza stagione in Ferrari è segnata in febbraio dalle prestazioni poco confortanti mostrate dalla F2012 a Jerez de la Frontera e al Montmeló e confermate dalle parole dell'ingegnere Pat Fry e dello stesso Alonso.

Lo spagnolo giunge 5º alla prima prova del Mondiale in Australia, ma si riscatta nella successiva in Malesia con una vittoria, a conclusione di una gara in cui si deve confrontare con le instabili condizioni meteorologiche e con l'aggressività di Sergio Pérez; Alonso ha ricevuto via radio i complimenti di un commosso Andrea Stella, che ha definito questa «la sua vittoria più bella». Con il passare delle gare il pilota della Ferrari trova una certa continuità di prestazioni e di risultati, che seguono le migliorie costanti apportate dalla scuderia sulla vettura[120]. In sei corse consecutive sono cinque i podi, tra i quali si segnalano il primo posto al Gran Premio d'Europa, conquistato dopo una rimonta dall'11a posizione in griglia, e all'Hockenheimring, nel fine settimana in cui bissa la pole position ottenuta in Gran Bretagna due settimane prima. I piazzamenti a podio nella parte finale di campionato non bastano però all'asturiano per fermare la rimonta di Sebastian Vettel, che con una Red Bull tornata competitiva, e superiore alle vetture avversarie, sopravanza Alonso in classifica generale. Lo spagnolo chiude la stagione al secondo posto con 278 punti, a 3 punti da Vettel campione per la terza volta consecutiva.

Nonostante la mancata vittoria del titolo, il 2012 verrà da molti definita come una delle sue stagioni migliori.

La stagione 2013 inizia con fortune alterne per il pilota spagnolo. Nella gara inaugurale, in Australia, Alonso chiude in seconda posizione, alle spalle di Kimi Räikkönen e davanti a Sebastian Vettel. Nel successivo Gran Premio della Malesia, però, il pilota asturiano si ritira dopo appena una tornata in seguito al cedimento dell'alettone anteriore, danneggiato in un leggero contatto alla prima curva. Tre settimane dopo in Cina Alonso conquista la prima vittoria stagionale, dominando la gara dall'inizio. Il seguente Gran Premio del Bahrein è, però, un'altra gara difficile per Alonso, che, rallentato da un guasto all'alettone mobile, che lo costringe a due soste supplementari ai box, si deve accontentare dell'ottavo posto finale. Nel successivo gran premio in Spagna, partendo dalla 5a posizione, scavalca nei primi giri rispettivamente, Kimi Raikkonen, Lewis Hamilton,Sebastian Vettel e Nico Rosberg, andando a prendere la prima posizione. Lo spagnolo giunge primo al traguardo, ottenendo la sua 32a vittoria in carriera, scavalcando Nigel Mansell nella classifica delle vittorie nella storia della Formula 1, andando ad occupare il 4° posto alle spalle di Ayrton Senna, Alain Prost e Michael Schumacher.

Tratto da WIKIPEDIA

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