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Didier Pironi.

Didier Pironi

Didier Joseph-Louis Pironi (Villecresnes, 26 marzo 1952 – Isola di Wight, 23 agosto 1987) è stato un pilota automobilistico francese di origine italiana. Ritiratosi dall'automobilismo a causa di un grave incidente, subito nel corso delle qualifiche del Gran Premio di Germania 1982, è poi deceduto durante una gara di motonautica offshore.

Carriera

Gli esordi

Figlio di padre friulano, originario di Villesse, in provincia di Gorizia, che aveva fatto fortuna in Francia, era fratellastro minore e cugino del pilota José Dolhem: stesso padre e madri diverse ma sorelle. Fino a 15 anni praticò nuoto, tanto da diventare campione parigino juniores, poi la carriera automobilistica di José, che nel 1974 arriverà anche in F1, e la possibilità di conoscere campioni emergenti come Patrick Depailler e Jean-Pierre Jarier spostarono il suo interesse sui motori, prima le moto e poi, su pressione della madre preoccupata per il rischio, sulle quattro ruote, ove si cimentò inizialmente nei rally.

Nonostante l'agiatezza familiare, Didier non volle bruciare le tappe ed iniziò dai campionati monomarca, che in quegli anni formano una intera leva di futuri campioni francesi. Nel 1972 vinse, al primo tentativo, il Volante Elf. L'anno successivo corse in Formula Renault, dove si scontrò con piloti come René Arnoux e Patrick Tambay, concludendo il campionato al sesto posto. L'anno successivo il campionato non gli sfuggì: Pironi oltre che pilota, faceva da team-manager di se stesso, gestendo in prima persona il budget che la Renault assegnava ad ogni pilota. Nel 1975 la Formula Renault divenne una serie europea. Ancora René Arnoux lo precedette, vincendo il campionato. Nel 1976 conquistò il campionato con sette vittorie su quindici gare, guadagnandosi così un posto in Formula 2 per il 1977.

La Formula 3

Nel 1977 si aggiudicò il prestigioso Gran Premio di Monaco di Formula 3 con la Martini dell' Ecurie Elf.

La Formula 2

Nel 1977 in F2 corse per la Ecurie Renault Elf, che disponeva di una vettura Martini, ovviamente spinta da un motore Renault. Il suo compagno di scuderia era René Arnoux. Ottenne i primi punti nel' ADAC-Eiffelrennen, corso sulla Nordschleife del Nürburgring, giungendo terzo. Secondo nelle successive gare di Vallelunga e Pau, ottenne ancora il terzo posto a Rouen. Dopo altri arrivi nei punti colse all'Estoril la sua unica pole e la sua unica vittoria stagionale, seguita da un altro terzo posto nell'ultima gara della stagione a Donington Park. Chiuse nella classifica piloti al terzo posto con 38, dietro a Arnoux, che vinse il campionato, ed Eddie Cheever. In stagione partecipò all'ultima prova del Campionato giapponese di F2000, ritirandosi a bordo di una March del team Kojima.

La Formula 1

Ken Tyrrell gli offrì un volante per il 1978, a fianco del suo vecchio amico Patrick Depailler. Pironi esordì in Formula 1 al Gran Premio d'Argentina 1978, ove giunse quattrodicesimo a un giro dal vincitore Mario Andretti. Già nella seconda gara, il Gran Premio del Brasile, ottenne i suoi primi punti iridati, giungendo sesto, posizione bissata anche nel successivo GP del Sudafrica. La stagione proseguì col quinto posto a Monaco e un altro sesto posto in Belgio. Dopo alcune gare sfortunate tornò in zona punti nel Gp di Germania (quinto). Nel corso del Gran Premio di Monza rimase coinvolto in un grosso incidente, che toccò dieci piloti, che si era verificato alla partenza e che portò, il giorno successivo, al decesso di Ronnie Peterson. Chiuse il campionato mondiale con 7 punti e il quindicesimo posto nella classifica piloti. Pironi

Nel frattempo, nel 1978, vinse la 24 ore di Le Mans con Jean-Pierre Jaussaud alla guida della Renault Alpine A442B.

Nel 1979 venne confermato alla scuderia britannica, ove vene affiancato non più da Patrick Depailler ma dall'altro francese Jean-Pierre Jarier. Nel Gran Premio del Brasile chiuse quarto, anche se la partenza a spinta, per il giro di ricognizione, della Lotus di Carlos Reutemann, giunto terzo, produsse un reclamo da parte della Copersucar-Fittipaldi e della Ferrari, che chiesero la penalizzazione di un minuto sul tempo finale. Il regolamento, infatti, prevedeva che la vettura fosse costretta a ripartire dal fondo della griglia. In quanto tale punizione non era stata comminata dai commissari di gara, i commissari sportivi decisero di non applicare nessuna penalità all'argentino. Nel corso delle qualifiche del GP di Kyalami fu protagonista di un incidente: la sua Tyrrell perse la ruota posteriore destra, andando poi a sbattere contro le barriere. Il pilota, colpito da un paletto di sostegno delle reti di protezione, rimase sotto choc ma poté prendere parte al gran premio. In Spagna conquistò ancora un sesto posto, mentre nel seguente Gran Premio del Belgio giunse terzo, conquistando il primo podio iridato in F1. Pironi, terzo fino al 53° giro, venne passato da Villeneuve, che però rimase senza carburante negli ultimi metri, consentendo così a Pironi di entrare a podio. A Monaco la sua condotta molto vigorosa fu criticata dai colleghi. Pironi, nel tentativo di passare Laffite, lo strinse contro il guardrail. Le gomme della Ligier ne vennero danneggiate, tanto che Laffite fu costretto a una sosta ai box. Quattro giri dopo Pironi mise sotto pressione anche Patrick Depailler, costringendolo a un testacoda, che lo fece piombare nelle retrovie. Al giro 22 il francese della Tyrrell si trovò in battaglia, per la terza posizione, con Niki Lauda e Alan Jones. Nella discesa del Mirabeau la sua vettura toccò quella dell'austriaco: la Tyrrell s'impennò sopra la Brabham, distruggendone la parte posteriore, e finendo contro il guardrail, a sua volta. Per queste manovre il pilota della Tyrrell fu criticato dai colleghi a fine gara. In Olanda Pironi fu autore di una bella partenza che lo portò in quarta posizione dalla decima piazzola di partenza. Dopo il ritiro di Gilles Villeneuve scalò terzo ma al giro 52 si ritirò per la rottura di una sospensione. Nel Gp del Canada partì sesto ma perse presto due posizioni. Grazie ad alcuni ritiri giunse comunque quinto. Ottenne poi un terzo posto anche nell'ultima gara dell'anno, il GP degli USA-Est. Chiuse il mondiale con 14 punti e il decimo posto nella classifica iridata.

Per la stagione 1980 venne ingaggiato dalla scuderia francese Ligier, per far coppia con Jacques Laffite. Nella seconda gara stagionale, in Brasile, dopo essere partito in prima fila, retrocedette nelle retrovie per un problema tecnico ma fu autore di una rimonta che lo portò in quarta posizione. In Sudafrica ottenne il primo podio con la Ligier, dopo una lotta con Nelson Piquet.

Partito in prima fila anche nella gara del Belgio, scattò subito in testa e ottenne così la prima vittoria in una gara di F1. Fu il 67° pilota diverso della storia del mondiale. Nella gara seguente, a Montecarlo, conquistò la prima pole. Pironi fu il cinquantottesimo pilota a riuscire nell'impresa in una gara iridata. Pironi comandava la gara quando, al 55° giro, mentre affrontava la curva del Casinò non riuscì a mettere una marcia, scivolò contro il guardrail e ruppe una sospensione, dovendosì così ritirare.

Nella gara di casa, al Paul Ricard conquistò il secondo posto, dopo una bella lotta nel primo giro con René Arnoux. A Silverstone ottenne la seconda pole della stagione, condusse la gara per la prima parte ma poi, al giro 18, rallentò vistosamente per una foratura alla gomma anteriore sinistra, dovuta alla rottura del cerchione. Giunto ai box, molto lentamente, ne riuscì ultimo. Ripartito ottenne comunque il suo primo giro veloce della carriera in F1.

Nella parte finale della stagione fu spesso penalizzato da ritiri per guasti tecnici o incidenti. Tornò in seconda fila nel GP del Canada: alla seconda partenza si portò subito in testa ma venne penalizzato di un minuto, vinse, ma venne classificato terzo, dietro ai due della Williams Alan Jones e Carlos Reutemann. Ottenne, infine, ancora un terzo posto, nel Gp del Glen. Nel mondiale piloti si classificò quinto, con 32 punti all'attivo.

La Ferrari (1981-1982)

Pur se confermato dalla Ligier anche per l'anno seguente all'indomani del Gran Premio d'Italia 1980 la Ferrari annunciò che Didier Pironi avrebbe affiancato Gilles Villeneuve nella stagione 1981. Enzo Ferrari svelò di aver concluso l'accordo già a marzo 1980 e ammise di essere stato entusiasmato dal pilota francese. Il primo anno a Maranello fu molto difficile, la Ferrari stava infatti adottando per la prima volta nella sua storia un motore turbo, il rodaggio fu lento e laborioso e durante la stagione saranno numerosi i ritiri per rottura del turbo. Inoltre Pironi dovette rapportarsi con Gilles Villeneuve, vero idolo dei tifosi ferraristi che, malgrado tutte le difficoltà del periodo, riuscì a cogliere due importanti vittorie. I due comunque (entrambi di madrelingua francese) diventarono amici, e a fine stagione Pironi fu 13° con 9 punti e qualche bella gara come il Gran Premio di San Marino dove rimase in testa parecchi giri, prima di un rallentamento dovuto a problemi tecnici.Pironi villenueve

Il 1982 è l'anno cruciale della sua carriera. La Ferrari 126 C2 che ha tra le mani si dimostra subito molto competitiva e al Gran Premio di San Marino esplode una inaspettata rivalità proprio con il compagno e amico Gilles. I due, che stanno dominando la gara, ricevono l'ordine dai box di rallentare tramite un cartello indicante "SLOW" (in quel momento Villeneuve era primo e Pironi secondo), ma Didier non li considera e inizia a lottare col compagno di squadra: i due si sorpassano e risorpassano più volte, fino all'ultimo giro con Didier che attacca e supera Gilles alla staccata della "curva della Tosa", andando a vincere per la prima volta con la Ferrari un GP. Villeneuve si sente tradito per il mancato rispetto degli ordini di scuderia e non userà mezzi termini per accusare Didier di avergli scippato la vittoria. La storia di per sé già amara di un'amicizia finita diventa tragica con la morte di Villeneuve quindici giorni dopo, durante le prove del Gran Premio del Belgio. Il canadese era sceso in pista appena saputo che Pironi lo aveva sopravanzato in griglia, andandosi a scontrare con la March. Malgrado il dolore e lo choc causato dalla tragica scomparsa del campione canadese (con una parte dell'opinione pubblica che ricollegando l'incidente mortale di Villeneuve coi fatti di Imola incolpava Didier di qualche responsabilità morale nella tragedia del Circuito di Zolder), il campionato procede molto bene con Pironi che ottiene numerosi piazzamenti in zona punti e si ritrova in testa al mondiale. In Canada, dove aveva ottenuto la pole position, rimane coinvolto in un tragico incidente. Al via la sua Ferrari si spegne e rimane piantata in mezzo alla pista e Riccardo Paletti, che partiva in ultima fila, non riesce ad evitarla, e l'urto violentissimo (la monoposto di Paletti aveva già raggiunto una velocità di circa 180 km/h) sarà fatale per il giovane pilota italiano. Essendo quindi distrutta la macchina, alla nuova partenza Pironi è costretto ad utilizzare la vettura di riserva (il cosiddetto "muletto") che non era, ovviamente, messa a punto adeguatamente, e non potrà quindi lottare per la vittoria.

Si prosegue con il Gran Premio d'Olanda dove Pironi ottiene la seconda vittoria stagionale e sembra prendere il largo in classifica mondiale. Ma ancora una volta un destino crudele è dietro l'angolo, infatti durante le prove del Gran Premio di Germania, il sabato mattina, Pironi scende in pista per collaudare la vettura con la pista bagnata (la pole position era sua, segnata il venerdì con pista asciutta). Sul lungo rettilineo prima del Motodromo Didier è dietro alla Williams di Derek Daly. Improvvisamente questa esce dalla traiettoria ed il francese pensa che voglia dargli strada. In realtà l'inglese sta solo sorpassando la Renault di Alain Prost che procede ad andatura ridottissima. Nascosta dalla nuvola d'acqua della Williams, compare davanti agli occhi di Didier mentre questi sta accelerando per sorpassare Daly. L'impatto è violentissimo, a causa della grande differenza di velocità, l'auto di Pironi decolla arrivando sin quasi all'altezza degli alberi, e ricade di muso al suolo (quasi come l'incidente costato la vita a Villeneuve), disintegrandosi all'avantreno che si spezza in due, quasi ad angolo retto insieme alle gambe del pilota.

La scena che si presenta ai soccorritori è raccapricciante: il pilota è imprigionato nelle lamiere ed urla per il dolore mentre la gambe sono straziate dall'urto. Nei filmati dell'epoca si vede uno dei commissari che si mette le mani nei capelli visibilmente scosso. Ci sono anche Prost e Nelson Piquet che, vedendo le condizioni di Pironi, manifestò problemi di stomaco.

Il pilota brasiliano racconterà al giornale Autosprint quei terribili momenti:

« Mi sono avvicinato. Urlava per il dolore e la paura. Ho capito che temeva che l'auto prendesse fuoco e gli dissi di stare tranquillo che non c'era benzina attorno. Mi sono terrorizzato quando ho visto un osso della gamba uscire dalla tuta [...]. Ho provato a rassicurarlo ma toccandogli le gambe ho sentito che erano in poltiglia [...]. »

Fortunatamente, l'equipe medica guidata dal professor Letournel, luminare francese della chirurgia ortopedica, riesce ad evitare l'amputazione degli arti ma l'incidente significa la fine della carriera. Nel mondiale giunge comunque secondo, grazie ai numerosi punti conquistati.

Riabilitazione e passaggio alla motonautica

La guarigione è lenta e dolorosa (una trentina le operazioni subite alle gambe) e nel 1986 prova una AGS di F1 durante dei test privati e quindi una Ligier, per vedere se c'è qualche possibilità per un suo ritorno, ma il responso è negativo. Didier è sempre veloce e, nonostante i quattro anni di stop, riesce a staccare buoni tempi (con la Ligier a soli 2 decimi dal tempo fatto segnare da René Arnoux) ma solo per tre o quattro giri. Il massivo rimaneggiamento chirurgico di gambe e piedi, pur salvandoglieli e dando loro un'accettabile funzionalità, non gli permette di sostenere sforzi prolungati per più di una decina di minuti, rendendo improponibile un impegno agonistico. Didier aveva sempre detto che mai avrebbe accettato di tornare in F1 solo per fare una "figurazione", per di più la sua compagnia di assicurazione lo aveva risarcito con una ingentissima somma, proprio sulla base del fatto che le sue gravissime lesioni non gli avrebbero più permesso di fare il pilota di F1. Tornare alle gare avrebbe così significato dover restituire tutto il denaro. Decide quindi di buttarsi in un altro sport motoristico ad alte velocità: la motonautica, passione che condivideva con Gilles Villeneuve. Il nuovo amore sportivo è breve ed intenso, riesce anche a vincere delle gare ma il 23 agosto del 1987 trova la morte, insieme agli altri due componenti del suo equipaggio (Bernard Giroux e Jean-Claude Guenard), in un ennesimo tragico incidente durante la gara Needles Trophy Race al largo delle coste dell'isola di Wight. La barca del francese, la Colibrì 4, nel tentativo di guadagnare terreno sul leader della gara, si ribalta alla velocità di 90 nodi (circa 170 km/h) tra le onde di scia della petroliera Esso Avon, non lasciando scampo agli occupanti. Finisce così la sua tormentata storia a soli 35 anni.

Didier Pironi è stato sepolto nel cimitero di Grimaud, vicino a Saint-Tropez; condivide la tomba col fratellastro José Dolhem, deceduto meno di un anno dopo precipitando col proprio monomotore nei pressi di Saint Etienne. Una suggestiva epigrafe ricorda il tragico destino di questi due piloti di F1: Entre ciel et mer (Tra cielo e mare). Pochi mesi dopo la sua morte, la sua compagna Catherine Goux dà alla luce due gemelli, che vengono chiamati Gilles e Didier. di Jochen Mass durante il giro di rientro.

Tratto da WIKIPEDIA

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